La cerimonia simbolica

Se dovessimo fare una classifica dei nuovi trend nel matrimonio italiano di questi ultimi anni sicuramente troveremmo ai primissimi posti le cassette vintage negli allestimenti shabby-chic, il declino della sedia abilhe a favore di chiavarina e Kartel e i tavoli rotondi spodestati dai tavoli imperiali. Ma il primissimo posto è senza dubbio per la definitiva affermazione della cerimonia simbolica.

Assolutamente impensabile per una sposa italiana di soli pochi anni fa, segna un cambiamento nei sogni delle nuove generazioni. Se abito bianco ed entrata in chiesa rappresentavano l’alternativa unica nell’immaginario del matrimonio, le immagini arrivate dal mondo anglosassone invadendo il web e il riconoscimento delle unioni civili hanno scardinato questo monopolio.

Molti possono pensare che questa nuova tendenza sia specchio di una maggiore superficialità della nostra società: io, che con le mie coppie questo trend lo rendo vita, non sono assolutamente d’accordo. In primo luogo occorre precisare che simbolico non è sinonimo di finto o di replica. Facciamo un pò di chiarezza partendo dalla nostra legislazione: in Italia, al contrario di quanto avviene in molti altri paesi, non è possibile celebrare in qualsiasi luogo. I registri ufficiali possono uscire dalla sala comunale solo se portati in un luogo riconosciuto dal comune stesso. Ad oggi sempre più realtà stanno stringendo accordi con gli uffici di pertinenza per poter celebrare con valore legale nelle proprie sale, ma si tratta ancora di una minoranza.

Gli ostacoli della burocrazia, in particolare per le coppie straniere che scelgono l’Italia per il proprio destination wedding, il limitato numero di location con possibilità di rito ufficiale, il poco appeal di molti comuni italiani e, diciamocelo, il non sempre emozionale approccio di molti funzionari pubblici alla celebrazione, ha reso l’alternativa della cerimonia simbolica sempre più valida.

Infatti questa non ha vincoli formali, può essere celebrata ovunque e da chiunque: il “celebrante” può essere scelto per le sue capacità narrative e di empatia, non è una persona imposta ed i contenuti riflettono ciò che ha valore per la coppia, riprendono il loro percorso, lanciano un ponte emotivo agli ospiti. E’ una cerimonia che rispetta il respiro delle emozioni: sorride, si commuove, ammicca e lascia pause di ascolto musicale. A volte include anche l’elemento formale della cerimonia civile.

All’estero esistono vere e proprie associazioni che si prendono cura del percorso che, partendo da un incontro/intervista con gli sposi, culmina nella celebrazione. In Italia invece da poco sono nate alcune figure specializzate.

Ovviamente, diversamente dalle cerimonie religiose celebrate all’aperto, come per esempio quelle ebraiche o protestanti, la cerimonia simbolica non rappresenta un sacramento e non bisogna dimenticarsi di recarsi prima in comune per le pratiche legali ufficiali, da vivere come passaggio burocratico: la sfera emotiva deve essere concentrata sul momento in location.

 Indossare l’abito, l’attesa della sposa, la curiosità degli invitati, lo sposo all’altare, la salivazione azzerata...e poi ecco, la musica inizia ed arriva lei....gli sguardi si incontrano: “Mi immaginavi così? Ti piaccio?”, “Sei bella come non mai..:”. Parole che si ripetono senza essere pronunciate mai. E’ il rituale che ritorna, è la magia delle emozioni per i cuori che le vogliono ascoltare.

Chi ha vissuto almeno una volta una di queste cerimonie sa di cosa parlo, chi non la avesse vissuta ma volesse provare a capire può guardare i video di Kate e Andrew e di Babila e Alessandro.

Io, che ho avuto il piacere di scrivere la cerimonia e celebrare personalmene per diverse coppie, posso dire che l’energia di questo momento unico è palpabile. Infine ritengo anche che il riconoscimento nel sentire collettivo della cerimonia simbolica conferisca un senso profondo e ritrovato alla cerimonia religiosa: gli sposi che scelgono questa strada non lo fanno solo perchè, superficialmente, l’ingresso in Chiesa è più bello ma per una posizione religiosa consapevole.

 

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13 maggio 2020

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Mara

 

Con oltre 400 matrimoni organizzati, Mara è Wedding Planner da 13 anni e fianco a fianco con partners e professionisti innamorati del proprio lavoro: l’idea creativa, il budget, il progetto, dettagli, precisione, affidabilità.

 


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